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L'era dei rover su Marte: la sonda spaziale della Nasa 'Opportunity' oscurata da una tempesta di sabbia
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L’era dei rover su Marte: la sonda spaziale della Nasa ‘Opportunity’ oscurata da una tempesta di sabbia

Marte è il quarto pianeta in ordine di distanza dal Sole. Osservabile ad occhio nudo, dopo attente analisi fornite dalle sonde, è risultato il pianeta più simile alla Terra. Le consistenti missioni su Marte evidenziano l’intensificarsi dell’interesse umano nei confronti delle potenzialità sfruttabili del pianeta rosso. La prima sonda in missione sul pianeta, fu Mariner 4 (NASA) che nel 1965 inviò 22 fotografie sorvolando la superficie a 10’000 km di altezza. Più tardi contribuì Mariner 6 a scattare e far arrivare sul nostro pianeta ben 75 fotografie. Nonostante anche l’URSS, negli stessi anni, raccolsero una sostanziale mole di dati, furono gli americani con Mariner 9 a scoprire la montagna più alta in assoluto del sistema solare: il monte marziano Olympus, che supera i 21000 metri di quota. Ricordiamo anche il successo delle due Viking che atterrarono su Marte nel 1976 in due zone diverse, distanti fra loro 6000 km, per scrutare situazioni differenti con dotazioni a bordo tra le più svariate: dai laboratori biochimici ai bracci telescopici (in grado di prelevare campioni dal suolo), strumentazioni meteorologiche, una telecamera digitale e un sismografi. Tali sonde riuscirono a mandare dati importantissimi sulla Terra fino al 1980 per la prima e fino al 1982 per la seconda.

Visuale di Monte Olympus (21000 m d’altezza) dallo spazio

Dopo decenni di “silenzio” nel 2003 partirono diverse missioni come quella della Nasa con i due rover gemelli: Spirit e Opportunity. Il primo riuscì a trasmettere dati fino al 2010, mentre Opportunity è, sorprendentemente, ancora efficiente. Ha fornito dati eccezionali su rocce e natura del terreno del pianeta rosso, oltre a rivelare la presenza di materia organica complessa e di metano nell’aria. Ha confermato, ancora una volta, la presenza passata di acqua, grazie alla scoperta del minerale ’ematite’ (che normalmente si plasma nell’acqua). In questo momento “Opportunity” si trova al centro di una delle tempeste di sabbia marziane più intense mai registrate: tale tempesta non solo ha interrotto l’attraversamento dei raggi solari, tanto da far calare una “notte perenne” sul luogo dove è adagiata la sonda, ma sta causando una serie di difficoltà nella comunicazione tra il rover e la Terra, innervosendo di parecchio gli ingegneri della Nasa. Si vocifera che le batterie di Opportunity siano scese sotto i 24 volt di carica e di conseguenza la sonda sia entrata in modalità di ‘guasto a bassa potenza’ in quanto, le particolari condizioni atmosferiche, hanno impedito al rover di ricaricarsi tramite i pannelli solari dalla quale è alimentato. Un episodio simile nel 2007 vide Opportunity uscirne vincitrice dopo che una tempesta di polvere ne fece perdere i contatti per alcune settimane. La Nasa dunque, nonostante le dovute preoccupazioni, si dichiara ottimista e crede ad una nuova super-resistenza della sonda alle attuali intemperie.

Articolo di: Alessia Tumminello

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