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Gene Cernan, l'ultimo uomo che camminò sulla LUNA
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Gene Cernan, l’ultimo uomo che camminò sulla LUNA

Io sono riuscito a camminare sulla Luna. Cos’è che non puoi fare tu?  

Sono queste le ultime parole con cui Gene Cernan conclude il documentario autobiografico The Last Man on the Moon.
Un uomo, un astronauta con una vita straordinaria, vissuta al massimo tra aeroplani, biplani e astronavi, una carriera fatta di successi spaziali e soprattutto “lunari”, che alla fine gli è valsa il titolo di ultimo uomo sulla Luna, proprio perché è stato l’ultimo uomo ed astronauta a mettere piede sul suolo lunare. 

Gene Cernan sul suolo lunare. Credit: foxnews

Nato nel marzo 1934 e morto il 16 gennaio del 2017, l’astronauta americano Gene Cernan ha partecipato a tre missioni spaziali: Gemini 9, Apollo 10 e Apollo 17. Durante la missione Gemini 9 nel 1966, un grave problema nel rivestimento del satellite rese necessaria una manovra di riparazione all’esterno del modulo stesso: una situazione non preventivata che Cernan, incaricato di uscire all’esterno della capsula, sistemò alla meno peggio e questo lo rese il terzo uomo della storia ad effettuare una EVA, ovvero un’attività extraveicolare.
Con l’Apollo 10 arrivò sul suolo lunare pur senza scendere dalla navicella e potervi mettere piede, ma da lì in poi l’escalation di viaggi verso la Luna sembrava inarrestabile; finchè, con la missione Apollo 17, la NASA decise che sarebbe stata l’ultima a portare l’uomo sul nostro satellite.
Gene Cernan, insieme a Ron Evans e Harrison Schmitt, unico geologo che abbia mai visitato un altro mondo, prese parte all’ultima missione verso la Luna, nel 1972, trascorrendo insieme a loro tre giorni sul nostro satellite lunare. La missione fu un vero successo, e stabilì dei record sia nella durata della permanenza sulla Luna, ma anche nella più alta quantità di campioni di materiale raccolto dal suolo lunare, stabilendo anche un grande traguardo nel maggior tempo totale di attività extraveicolare lunare.    

Cernan accanto alla locandina del suo libro autobiografico. Credit: themyheroproject

Era il 14 dicembre del 1972 quando Gene Cernan scese dal modulo Challenger e posò il piede sulla Luna.
Famose le sue parole: ” Mentre compio questi ultimi passi, vorrei solo rilevare che la sfida americana di oggi ha forgiato il destino dell’uomo di domani. Mentre stiamo per lasciare la Luna, ce ne andiamo così come siamo venuti e, se Dio vuole, ci ritorneremo in pace e speranza per tutta l’umanità. Buona fortuna all’equipaggio dell’Apollo 17.”
E poi, in altre sue parole, scopriamo altre sensazioni e stati d’animo che portarono l’astronauta americano a compiere un gesto significativo:  “Lo sapevo la notte del 15 dicembre 1972, quando mi arrampicai per l’ultima volta sulla scaletta della mia casa sulla Luna e non sapevo che cosa dire, che gesto fare per essere all’altezza di un momento così solenne, così triste, così… finale… e mi chinai d’improvviso per scrivere con il ditone del mio guanto pressurizzato tre lettere nella polvere, come gli innamorati sulla spiaggia, TDC, Teresa Dawn Cernan, le iniziali della mia bambina.”      

Gene Cernan insieme a sua figlia Tracy. Credit: blogspot.com

L’astronauta fece un gesto veramente molto speciale ed inconsueto rispetto al più banale God Bless America; mise il cuore al primo posto. Lasciò qualcosa di indelebile, come lui stesso scrisse: “Le sue iniziali sono là. Qualcuno mi ha chiesto quanto ci resteranno, e io ho sempre risposto: per sempre. Non so quanto duri ‘per sempre’, ma non c’è vento e non c’è pioggia, non c’è nulla che possa -eccetto la radiazione cosmica-  spazzare via quelle iniziali. Quanto a lungo resterà la bandiera? Quanto resteranno le mie impronte? Per sempre. A meno che qualcuno vada là e le cancelli.”
Qualche sera fa, in un quiz televisivo, veniva posta ad un concorrente una domanda dal valore di un milione di euro; la domanda era cosa avesse scritto Gene Cernan sulla Luna.  Ebbene, la risposta la conosciamo, TDC, Teresa Dawn Cernan.
Un bel gesto per suggellare quella serie di missioni lunari, che da allora non vennero più effettuate, ma che sono tornate argomento di discussione negli ultimi tempi, poiché la NASA pensa ad un ritorno dell’uomo sulla Luna nei prossimi anni.
Chissà che questa volta non tocchi ad un astronauta italiano di poter calpestare il suolo lunare, come per esempio il nostro Luca Parmitano, comandante della ISS che tra pochi giorni si appresta a far rientro sulla Terra, terminando la sua Mission Beyond, ma che non ha mai fatto mistero di desiderare di essere il primo italiano nella storia a poter posare il piede sulla Luna nei prossimi anni. Noi glielo auguriamo!                                                                                                                                                                                                                             

Articolo di: Teresa Molinaro
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