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SISMA di magnitudo 5.7 sulla costa Marchigiana, QUALI LE CAUSE?
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SISMA di magnitudo 5.7 sulla costa Marchigiana, QUALI LE CAUSE?

Alle 7:07 del 11 novembre 2022 una scossa di terremoto di magnitudo 5.5 della scala Richter ha interessato una porzione di mare a 35 km a nord di Ancona e ad una profondità di 8 km circa.

Questa scossa principale è stata seguita da altre due scosse di magnitudo piuttosto importante una alle 7:08 con magnitudo Richter 5.2 ed una seconda alle 7:12 di magnitudo Richter 4.0 verificate a sud della scossa principale.

Lo sciame sismico tutt’ora in atto è stato caratterizzato da oltre 100 repliche con magnitudo Richter compresa tra 2.1 e 3.8. E’ stato attivato il gruppo Gruppo Operativo d’emergenza SISMIKO per l’installazione di alcune stazioni sismiche temporanee a integrazione di quelle permanenti della Rete Sismica Nazionale (RSN) presenti in area epicentrale.

 Allo stato attuale, secondo i dati e le informazioni in nostro possesso non risultano danni gravi a persone o cose. Sono stati altresì registrati disservizi alla linea ferroviaria interrotta per verifiche tecniche del caso, così come la chiusura preventiva delle scuole, distacco di intonaco e calcinacci ad edifici, lesioni di media gravità ad edifici soprattutto storici, la clinica Villa Igea dove sono state condotte le verifiche di agibilità.  

Sono pervenute oltre 1200 chiamate ai centralini dei vigili del fuoco e tecnici dei comuni colpiti per effettuare sopralluoghi e verifiche tecniche ad edifici e capannoni.

Dall’analisi dei dati messi a disposizione dall’INGV e dai meccanismi focali dell’area, questo terremoto ha avuto origine da una faglia a compressione, contrariamente a ciò che accade in Appennino, dove le faglie sono di tipo estensivo, perché in questa zona si verifica un raccorciamento della parte Adriatica verso l’italia.

L’area centro appenninica è molto complessa dal punto di vista tettonico. L’Appennino umbro-marchigiano deriva dalla deformazione di differenti domini paleogeografici e deposizionali disposti sul basamento della Placca adriatica: il Dominio toscano, il Dominio umbro-marchigiano ed il Dominio laziale-abruzzese; l’Appennino umbro-marchigiano è quindi una tipica catena a falde e pieghe, derivata dalla deformazione dei bacini sedimentari con il probabile coinvolgimento del basamento crostale della Placca adriatica (e.g., Lavecchia et al., 2003; Boccaletti et al., 2005).

La catena è caratterizzata da un duplice regime tettonico ovvero estensione/trascorrenza nella porzione appenninica interna mentre si verifica compressione nel settore esterno ovvero quello marchigiano.

Poiché il settore interno e quello esterno si muovono a velocità differenti e in direzioni opposte come evidenziato dai grafici direzionali è molto probabile che altre scosse interesseranno l’area in futuro così come già testimoniato nella storia del passato. Il terremoto di oggi è una manifestazione della contrazione in atto tra la catena appenninica, che evolve spostandosi verso nord-este l’area balcanica, in cui è in atto un movimento simile ma opposto, con spinta verso sud-ovest. 

Questo settore appenninico, inoltre è caratterizzato da un raddoppio crostale in cui il suo spessore può arrivare fino a 40 km ed è il motivo per il quale le onde sismiche si sono propagate così velocemente raggiungendo un’area molto vasta di risentimento. Il sisma infatti è stato avvertito in tutta l’Italia centrale.

Nel settore umbro-marchigiano la crosta al di sotto dell’Appennino mostra forti variazioni di spessore ed una riduzione dei valori di velocità delle onde sismiche man mano che ci si sposta dall’Adriatico verso il Tirreno.

Il terremoto odierno è avvenuto in un’area dove è stato individuato un sistema di faglie sismogenetiche con cinematica inversa che corre parallelo alla costa marchigiana e romagnola, mediamente a 25-35 km dalla costa stessa. Altri due sistemi paralleli alla costa sono rispettivamente posti a pochi chilometri al largo di Senigallia (AN), Fano (PU) e Pesaro, e corre lungo la costa stessa tra Ancona e Gabicce (PU) (fonte INGV approfondimento sciame sismico – aggiornamento ore 18). I tre sistemi di faglie pendono verso sud-ovest con un angolo compreso tra 25° e 45°.

I valori di magnitudo riscontrati in questa crisi sismica sono del tutto in linea con i valori attesi in quell’area e si presume che lo sciame sismico possa avere una durata variabile da qualche settimana a qualche mese prima che si possa raggiungere un nuovo equilibrio geodinamico.

 

Articolo di: Alfredo Geraci

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