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Come si calcolano gli accumuli nevosi e qual è la neve ideale per sciare?
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Come si calcolano gli accumuli nevosi e qual è la neve ideale per sciare?

Molti possono pensare che sia facile misurare il manto nevoso, e che questo si misuri solo i centimetri. Ma non è così!
Premettendo che la misura fatta “ad occhio” non ha alcun valore, per effettuare una buona misurazione occorre misurare la neve su una superficie piana e uguale per tutti come una tavoletta di legno. La misura non deve essere effettuata oltre 24 ore dalla caduta della neve, in quanto si assiste ad uno schiacciamento dovuto al suo stesso peso, che può essere anche di diversi centimetri a seconda anche del suo contenuto di acqua che è variabile.
La tavoletta deve essere posizionata in luoghi aperti ma facilmente accessibili, lontano da edifici, alberi e ostacoli di vario tipo, in mancanza di tavolette è possibile effettuare le misurazioni direttamente sul terreno, purchè esso sia piano. Evitare l’asfalto e le pavimentazioni, dove la neve si accumula con maggiore difficoltà; evitare superfici sopraelevate troppo piccole, luoghi dove il vento crea accumuli o asporto. 

Nivometro. Fonte: http://instrumentosdemedicion.org

Lo strumento che si usa per misurare la neve si chiama “nivometro” e può essere realizzato anche a casa. Esso consiste in una base di legno bianco come detto prima, sormontato da un metro ad asta con indicati i centimetri e metri. Esistono anche altri tipi di nivometri molto più professionali ed elettronici, ovvero cilindri in cui si raccoglie in un determinato punto un campione di neve che sarà poi fuso per calcolare la quantità equivalente di acqua.

ALCUNI TIPI DI ACCUMULO NEVOSI

Esistono vari tipi di accumuli nevosi, in questo articolo parleremo dei due principali:

  • Neve polverosa (powder)
  • Neve trasformata.

La neve polverosa, detta anche “powder” in inglese, è una neve secca, leggera e polverosa, costituita da cristalli piccoli e non troppo uniti tra loro che cadono con un tasso di umidità relativamente basso e temperature di poco inferiore allo zero. Ha una consistenza particolare simile alla farina. È la cosiddetta neve fresca molto amata dagli sciatori.

La neve trasformata invece è anche detta “primaverile” e assume il nome di neve trasformata proprio perché subisce ripetute variazioni del suo stato a causa per esempio delle alte temperature, che la fanno sciogliere parzialmente durante la giornata e per le basse temperature che la fanno nuovamente ghiacciare di notte quando si torna sotto lo zero. La neve è durissima e ghiacciata con croste al mattino presto, poi incomincia ad ammorbidirsi in base all’esposizione al sole fino a diventare prima umida e poi bagnata.

 

Articolo di: Veronica Adamuccio

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