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La nebbia, come si forma e le sue varie tipologie
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La nebbia, come si forma e le sue varie tipologie

Nello scorso articolo abbiamo trattato l’argomento dell’inversione termica, adesso affrontiamo affrontiamo una delle sue dirette conseguenze: la nebbia.
La Nebbia altro non è che una vera e propria nube al livello del suolo, causata dalla condensazione del vapore acqueo quando gli strati d’aria più vicini al suolo si raffreddano molto più intensamente di quelli superiori (inversione termica). È un fenomeno in genere notturno poiché di notte il terreno cede più velocemente il calore verso lo spazio. La nebbia ha luogo soprattutto nelle pianure e nelle valli durante i mesi freddi e può spingersi fino a circa 300 metri dal suolo. La nebbia è un fenomeno meteorologico molto pericoloso poiché riduce fortemente la visibilità, a volte anche a meno di 10 metri, mentre se la visibilità è pari o superiore a 1 km si parla di foschia o caligine. La nebbia si sviluppa in condizioni anticicloniche, con cielo sereno e poco vento.

Vi elenchiamo adesso le principali tipologie di nebbia

Nebbia d’avvezione

• Nebbia d’avvezione: questo tipo di nebbia è dovuto al passaggio di aria mite e umida al di sopra di una superficie più fredda, o allo scorrimento di aria fredda sopra una più umida.
La nebbia d’avvezione comporta quindi un trasporto orizzontale di masse d’aria con temperature e umidità differenti e può formarsi in qualunque momento della giornata. Un esempio di questo tipo di nebbia è quella di mare, poiché i mari e gli oceani non emettono calore come il terreno e non si raffreddano mai abbastanza rapidamente per formare nebbia da irraggiamento. Appare al largo quando l’aria mite scorre su acque più fredde attivando condensazione. Un esempio famoso è la nebbia sul ponte di San Francisco.

• Nebbia orografica: è un tipo di nebbia che compare quando una massa d’aria umida subisce un sollevamento lungo il versante di una montagna o collina fino a raggiungere il livello di condensazione. Ci sono delle minime differenze tra nebbie orografiche e gli “strati orografici”. La formazione degli strati implica presenza di vento significativi e si formano in genere sulla sommità delle montagne o poco al di sotto, mentre nelle nebbie orografiche i venti sono deboli o assenti e si formano a quote più basse, interessando zone più estese. Queste nebbie sono quindi molto condizionate dalla morfologia dei rilievi. In Italia si sviluppano maggiormente nella stagione estiva sulle Prealpi. Nelle ore pomeridiane l’aria calda e umida dalla Pianura Padana risale le vallate, sollevandosi lungo i versanti, si raffredda fino a toccare il punto di saturazione creando dense nebbie che scompaiono poi durante la notte, quando cessa l’alimentazione d’aria calda dal suolo.

• Nebbia da irraggiamento: il più comune tipo di nebbia dovuto al raffreddamento del suolo per irraggiamento di calore verso l’esterno, che attiva condensazione negli strati d’aria vicini al suolo. Generalmente questa nebbia si dissolve dopo il sorgere del sole, ma in condizioni di forte inversione termica, o nubi elevate, può durare anche per parecchie ore o giorni.

 

Articolo di: Veronica Adamuccio

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