La nostra Regione ha sempre vissuto annate piovose e annate più siccitose.
Ricordo, da fanciullo, che per la Candelora, ai primi di febbraio, si pregava per la siccità: stava terminando un inverno molto magro.
Nei periodi di magra, i nostri invasi vanno certamente in sofferenza, poiché la richiesta è sempre uguale, sia che piova sia che non piova.
Negli ultimi anni si nota qualcosa di negativo e preoccupante nel rapporto tra i dati pluvimetrici e i livelli igrometrici.
Durante i periodi siccitosi, si ha un rapido crollo della portata viva dell’invaso, mentre durante i periodi di benefiche piogge, si fa tantissima fatica ad accumulare.
Ho sempre saputo, e risaputo, delle trentennali e quarantennali “così dette perdite di rete”: l’acqua che si preleva, in realtà, per il 50% va agli usi civili, ecc., mentre il restante si perde per strada.
Il mio allarme è nato dopo il super surplus pluviometrico dell’autunno 2021, quando, dal 1° ottobre al 13 dicembre, nel vicino Alto Monrealese caddero dai 900 ai 1100 mm di pioggia.
Nella zona del lago ne caddero circa 800/900, tant’è vero che nella vicina Pianetto, territorio di Santa Cristina Gela, si formò il noto (in zona) lago naturale momentaneo che, in quell’occasione, lambì quasi la provinciale (per capire la portata dell’evento).
Ma ahimè, quell’anno si arrivò solo al 70% (dato del 2022: 62%).
Chissà quante sono davvero le perdite di rete: il capoluogo di regione vive un razionamento giornaliero a quartieri, di certo non per il risparmio idrico delle utenze, ma per risparmiare in quel giorno, in quel quartiere, 24h di perdite di rete. Si riducono anche le pressioni in rete per diminuire le perdite.
Altro tema associato che leggo è: prelevare a valle le acque del piovosissimo Alto Monrealese.
Nei mesi piovosi, il Sant’Elia — che nasce poco sopra la frazione monrealese di Pioppo, ai piedi di Monte Renda e Monte Gibilmesi, versante sud — riceve le acque di numerosi torrenti che scendono anche dai Monti di Giacalone, Monte Pizzuta, Monti Carpineto, Moarda… tutti affluiscono nel Sant’Elia, che diventa il super affluente dell’amato fiume Oreto palermitano.
Bloccare i prelievi dalla diga Piana degli Albanesi, farla “respirare” un po’, immagazzinare per fare scorte quando, nei mesi estivi e siccitosi, il Sant’Elia riposa in attesa del prossimo autunno-inverno.
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Articolo di: Maurizio Lo Iacono
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