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Primo raffreddamento dell’Artico, il vortice polare troposferico porta le prime nevicate a livello del mare
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Primo raffreddamento dell’Artico, il vortice polare troposferico porta le prime nevicate a livello del mare

Mentre parte dell’Asia, del nord America, in particolare gli USA meridionali, e dell’Europa continuano ad essere interessati da una serie di ondate di calore che mantengono le temperature su valori ampiamente positivi, ben al di là delle tradizionali medie del periodo, sull’Artico si sta assistendo al ricompattamento della figura del vortice polare troposferico, con una profonda depressione extratropicale che dal mare della Siberia orientale si sposterà verso l’alto mar di Beaufort, approfondendosi ulteriormente, contribuirà a determinare un brusco raffreddamento dell’aria in un’ampia area dell’Artico russo orientale e canadese. La presenza di questo nucleo di aria molto fredda sta rinvigorendo la figura del vortice polare troposferico, che presenta già un’ottima forma fra le coste della Groenlandia settentrionale e l’arcipelago dell’Artico canadese, dove sono in atto le prime deboli nevicate a livello del mare. Non per caso, in queste ultime settimane, sopra la regione artica, si sono riscontrate delle anomalie termiche negative, in netto contrasto con le temperature decisamente sopra le medie su gran parte del territorio circostante, fra Eurasia e artico canadese, dove si è assistito ad un rapido scioglimento della neve nelle aree continentali, al di sopra del Circolo polare artico.

GFSOPNH00_33_1L’andamento della temperatura sulla regione artica è stato associata a valori del campo barico, a livello del mare, piuttosto bassi, centrati vicino al Polo Nord geografico. La presenza di frequenti e persistenti circolazioni cicloniche attorno il mar Glaciale Artico centrale, legate all’attività del vortice polare, sovente tende a  rallentare il ritiro estivo dei ghiacci marini, non solo perché favorisce condizioni di freddo, con temperature dell’aria negative, ma anche perché i venti a rotazione ciclonica che soffiano attorno al Polo Nord impediscono una dispersione dei blocchi di ghiaccio marino al di fuori dell’area artica, mantenendoli attorno la parte centrale della Calotta Polare. Il precoce raffreddamento sul mar Glaciale Artico si dovrebbe concretizzare entro la prima decade del mese di settembre, quando un nocciolo di aria molto fredda, a tutte le quote, dal cuore della Calotta artica si riverserà verso l’Artico russo, canadese e la Groenlandia settentrionale, riportando le prime nevicate post-estive sulle isole attorno Baffin e le coste della Groenlandia settentrionale, dove la neve tornerà a fare la sua comparsa a livello del mare.

GFSOPNH00_12_2Nevicate che saranno favorite dallo spostamento, in direzione dell’alto mar di Beaufort e dell’Arcipelago Artico canadese, dell’ampio sistema frontale collegato al profondo ciclone extratropicale, interamente riempito di aria fredda artica in costante invorticamento, in fase di approfondimento sul mare di Beaufort settentrionale. Il passaggio di questo sistema frontale originerà delle precipitazioni sparse che date le basse temperature e lo “zero termico” prossimo ai 200-300 metri, assumeranno prevalente carattere nevoso fino in prossimità delle coste. Le nevicate più intense nei prossimi giorni dovrebbero interessare soprattutto le Isole Regina Elisabetta, in passato conosciute come Isole Parry, e la parte più settentrionale dell’isola di Baffin, dove non si potranno escludere neppure dei rovesci un po’ più intensi, in grado di depositare i primi depositi di neve fresca sul terreno.

plot002_f54Nei prossimi giorni il freddo e le nevicate continueranno ad interessare le isole che costeggiano l’Artico canadese ed il nord della Groenlandia, dove le temperature rimarranno ben al di sotto delle medie stagionali, con probabili gelate notturne e mattutine. Ma occorre ricordare come il raffreddamento interessi solo una parte del mar Glaciale Artico, quella compresa fra gli arcipelaghi dell’Artico canadese e la Groenlandia. Sul resto dell’Artico, purtroppo, permangono ancora pesanti anomalie termiche positive, specie in prossimità dell’Artico russo, fra mar di Kara e mar di Barents, dove i ghiacci marini continuano a sciogliersi. Qui la tenuta del ghiaccio marino mostra chiari segnali di debolezza, tanto da favorire l’apertura di un ampio tratto di acque libere e navigabili davanti la costa siberiana.

 

Articolo di: Daniele Ingemi

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