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Encelado: quella luna ghiacciata che nasconde forse la vita? - Centro Meteorologico Siciliano
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Encelado: quella luna ghiacciata che nasconde forse la vita?

Un’illustrazione di Saturno e alcune delle sue lune. Fonte: scienzenotizie.it

Il pianeta Saturno non smette di sorprenderci con le tante novità riguardanti il suo sistema, come è accaduto proprio in questi giorni, in cui tante sono state le scoperte di cui siamo venuti a conoscenza. Intanto oltre al titolo di Signore degli anelli che da sempre gli apparteneva, si è aggiudicato anche quello di Re delle Lune, poichè sono state scoperte altre 20 lune intorno ad esso che sommandosi alle altre portano il totale a circa 82, e superando di fatto il compagno gassoso Giove che ne conta circa 79. Oltre a questa notizia, un’altrettanto interessante scoperta ci ha riportati alla tanto fatidica domanda: ci può essere vita su altri pianeti o, in questo caso, su una luna?                            La questione riguarda proprio una delle lune di Saturno, Encelado:  l’ipotesi della presenza di vita su di essa non è nuova, è stata già azzardata qualche anno fa, quando grazie ai dati della sonda Cassini venne resa nota la presenza di acqua sotto la superficie ghiacciata della luna di Saturno, un vero e proprio oceano.
Encelado è stata scoperta da Fredrick William Herschel il 28 agosto 1789, con l’aiuto del suo telescopio da 1,2 m, il più grande del mondo a quell’epoca, ed è una delle lune più grandi di Saturno che orbita all’interno dell’anello E, il più esterno del pianeta gassoso. Ha un diametro di circa 505 km e il ghiaccio di cui è composta la sua superfice le conferisce un albedo, ovvero un potere riflettente, più alto di qualunque altro corpo del sistema solare, oltre che una temperatura di -201°. Numerosi crateri caratterizzano gran parte della superficie di Encelado, che presenta anche pianure lisce, estese fessure lineari e catene montuose. Prima dell’esplorazione della missione Cassini lanciata il 15 ottobre 1997, con il compito di studiare il sistema di Saturno comprese le sue lune e i suoi anelli, si sapeva ben poco dell’affascinante mondo del “Signore degli Anelli”: grazie a questa importantissima missione nata dalla collaborazione tra NASA, ESA e ASI, si sono ottenuti grandi risultati e tante scoperte sul sistema di Saturno.                

Immagine ripresa dal satellite Cassini in cui si vedono almeno quattro pennacchi d’acqua levarsi dall’emisfero sud di Encelado Crediti: NASA/JPL/Space Science Institute

  Tanti dati hanno permesso di ottenere informazioni basilari per comprendere al meglio l’intricato sistema di anelli e satelliti del pianeta. Già nel marzo 2005 la NASA ha annunciato che un magnetometro della sonda spaziale Cassini aveva scoperto un’atmosfera significativa su Encelado, che poteva essere vapore acqueo ionizzato; nel 2006 la conferma dell’osservazione di sbuffi di vapore acqueo dalla superficie del satellite: è la prima volta che viene individuata acqua non ghiacciata al di fuori della Terra! Un grande risultato che ha spinto a continuare la ricerca in questa direzione, con interrogativi da parte degli scienziati: poiché la gravità di Encelado è troppo debole per trattenere un’atmosfera, essa deve essere rifornita da qualche fonte e la NASA ha ipotizzato la presenza di vulcani di ghiaccio o geyser. Sul finire del 2008, gli scienziati hanno osservato pennacchi di vapore acqueo fuoriuscire dalla superficie di Encelado, fenomeno dovuto alla presenza di acqua liquida, e ciò non fece che avvalorare sempre più nella comunità scientifica, l’ipotesi della presenza di vita sulla luna di Saturno. La composizione dei pennacchi fatta di idrogeno, metano e anidride carbonica in quantità elevate, suggerisce che essi provengano da un oceano salato sotto la superficie, o comunque da una serie di cavità contenenti acqua salata; la presenza di acqua liquida al di sotto della crosta implica che ci sia una sorgente di calore interna per mantenerla in tale stato, ipotizzando una combinazione tra il decadimento radioattivo e il riscaldamento mareale. Da studi effettuati sulle analisi gravitazionali effettuate dalla sonda Cassini, gli astronomi affermano che esiste nell’emisfero meridionale del pianeta un oceano al di sotto di 30–40 km  dallo strato superficiale di ghiaccio, profondo 8 km e la cui massa totale è paragonabile a quella del Lago Superiore della Terra. Come il nucleo della luna, il fondale marino potrebbe essere roccioso, e questo creerebbe un ambiente favorevole ad alcune forme di vita.

Immagine del 2007 della sonda Cassini in cui sono visibili i pennacchi di Encelado, in basso a destra. La luna è quasi di fronte al Sole dal punto di vista di Cassini. Crediti: Nasa/Jpl / Space Science Institute

L’ultimo sorvolo di Encelado da parte della sonda Cassini avvenne  il 18 dicembre 2015, e da quella data vennero sottoposti agli studi scientifici i dati captati dalla navicella spaziale, che ora a distanza di qualche anno, in questi giorni ci hanno rivelato importantissime scoperte: la presenza di composti organici precursori degli amminoacidi, i cosiddetti i mattoncini per la costruzione delle proteine e quindi alla base della vita sulla Terra, sono presenti nei grani di ghiaccio dispersi sulla superficie al polo sud della luna Encelado: ammine, composti carbonilici e aromatici, molecole superficiali che sembrano provenire dal nucleo caldo di Encelado, e che avrebbero raggiunto la superficie attraverso più passaggi. Un getto idrotermale le avrebbe dapprima espulse dal nucleo nel grande oceano sotterraneo della luna, per poi miscelarsi con l’acqua ed essere rilasciate nella crosta sotto forma di vapore acqueo, per finire infine in superficie soffiate via dai pennacchi che sfiatano dai criovulcani. Un rapporto quello tra Saturno e la sua luna Encelado che è unico nel sistema solare, in quanto la luna ghiacciata fornisce al suo pianeta parecchia acqua: 250 kg di vapor d’acqua al secondo. Fluendo sotto forma di pennacchi dal polo sud della luna, le molecole di H2O arrivano ad avvolgere il pianeta in una sorta di cerchio il cui raggio è circa 10 volte quello del pianeta stesso. Un fenomeno davvero peculiare in quanto nessun altro satellite, per quel che se ne sappia,  ha un’azione diretta sulla composizione chimica del pianeta attorno a cui orbita.

Illustrazione che mostra come i composti organici rilevati da Cassini nei grani superficiali, sono stati emessi da Encelado. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Secondo i ricercatori le prese d’aria idrotermali di Encelado funzionano più o meno come quelle sulla Terra. Secondo Nozair Khawaja, a capo del gruppo di ricerca, anche se non è stato stabilito se gli amminoacidi possano condurre alla nascita della vita aliena, è comunque entusiasmante trovare le molecole che potrebbero formarli al di fuori del nostro pianeta: Khawaja infatti ha precisato che “Con le giuste condizioni, queste molecole provenienti dall’oceano profondo di Encelado, potrebbero andare incontro allo stesso percorso di reazioni che possiamo osservare sulla Terra”. Insomma non ci resta che aspettare altre informazioni e scoperte in questa direzione, immaginando quella luna ghiacciata che mentre orbita intorno al suo pianeta, Saturno, custodisce elementi necessari affinché ci siano forme di vita, qualunque esse siano.

 

Articolo di: Teresa Molinaro
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