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Quanto sono attendibili le previsioni del tempo? Che valore può avere una previsione sul breve, medio e lungo termine?
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Quanto sono attendibili le previsioni del tempo? Che valore può avere una previsione sul breve, medio e lungo termine?

“l’atmosfera è un sistema complesso non lineare e caotico, non riproducibile in laboratorio né perfettamente simulabile tramite un modello. La previsione meteorologica perde progressivamente di affidabilità con il passare del tempo e all’aumentare del dettaglio spaziale. Il Meteorologo nel divulgare la previsione promuove l’utilizzo di un linguaggio scientifico, ma allo stesso tempo chiaro e inequivocabile, comprensibile, a tutti e basato su un glossario largamente condiviso e in linea con quanto indicato dal WMO. Le leggi della dinamica e della termodinamica dei fluidi, applicate all’atmosfera, devono intendersi più a carattere probabilistico che deterministico. In altri termini, le previsioni del tempo elaborate con metodi matematici, pur godendo di una notevole obiettività, esprimono soltanto la probabilità che un fenomeno meteorologico si verifichi e non già, come l’opinione pubblica crede, la certezza che esso si manifesti”.

Gen. Andrea Baroni

Negli ultimi anni la meteorologia ha suscitato un crescente interesse nella popolazione italiana divenendo spesso un elemento essenziale per la vita quotidiana, non a caso infatti i siti che offrono servizi come previsioni a breve, medio e lungo termine, situazione dei mari e quant’altro, risultano fra i più visitati della rete.
Quello che è lecito chiedersi è: quanto è realmente attendibile una previsione e quanto varia la sua attendibilità in relazione alla sua distanza temporale?

In questo ultimo decennio i sistemi di previsione probabilistica hanno subito un notevole sviluppo con l’impiego di modelli numerici che tengono conto dei possibili errori attribuibili al momento della stima delle condizioni iniziali tempo.

Un modello che tiene conto di differenti condizioni iniziali produce scenari evolutivi differenti, tra questi lo scenario più ricorrente è da considerarsi il più probabile, cioè il più vicino possibile alla reale evoluzione dell’atmosfera. In altri termini la più attendibile tra le previsioni probabilistiche.
Al giorno d’oggi il meteorologo moderno svolge il ruolo di fisico quando imposta le leggi della dinamica dei fluidi, diviene matematico nel momento in cui affida all’elaboratore elettronico i calcoli delle complesse equazioni che quelle leggi richiedono e assume il ruolo di “previsore” quando interpreta i dati e le mappe meteorologiche fornitegli dall’elaboratore.
Non c’è dunque da meravigliarsi se oggi la previsione del tempo, dietro una insopprimibile spinta di un progresso scientifico e tecnologico con pochi precedenti al mondo sia diventata addirittura una necessità prioritaria del vivere quotidiano.

Alla luce di tutto ciò è estremamente importante ricordare che le previsioni numeriche, sebbene impostate su base scientifico-matematica, non hanno ancora carattere deterministico, il che significa che si ha la probabilità che un certo fenomeno atmosferico si verifichi, ma non la certezza che esso si manifesti.
Tutto ciò avviene a causa di un complesso di possibili errori derivanti dalle equazioni impiegate nel modello matematico; altri errori possono manifestarsi nell’impostazione del programma di calcolo, o da errori dovuti al rilevamento dei dati satellitari.

La situazione si complica nell’elaborazione di previsioni affidabili per quanto riguarda l’Italia. Non dobbiamo dimenticare infatti che il nostro Paese ha una struttura morfologica tra le più complesse al mondo, immersa nel bacino del Mediterraneo, attraversata da due catene montuose come le Alpi che la separano dal resto dell’Europa e gli Appennini che la percorrono per tutta la sua lunghezza. Due catene che fanno da barriera alle correnti atmosferiche, da qualsiasi direzioni esse provengano, attivando talvolta una serie di situazioni diverse anche a distanza di pochi chilometri e che purtroppo possono rappresentare un elemento di disturbo a qualsiasi modello matematico di atmosfera.

Malgrado queste incertezze si può tranquillamente affermare che tra tutte le previsioni numeriche quelle valide entro le 24 ore possono considerarsi abbastanza attendibili con una percentuale di affidabilità intorno all’ 85-90%, (valore che tuttavia può calare all’80-85% nel caso di sviluppo di fenomeni convettivi come i temporali di calore)
Come ci mostra il grafico relativo agli eventi piovosi in Italia nel 2012 man mano che la distanza temporale rispetto alla situazione attuale si allunga il tasso di affidabilità risulterà inversamente proporzionale alla possibilità di avere “falsi allarmi” dimostrando di fatto come un’elaborazione previsionale abbia un’elevata incertezza e poca affidabilità dopo 120 ore (5 giorni).

In conclusione questi sono gli elementi che rendono la meteorologia una scienza inesatta a causa delle svariate variabili che entrano in gioco. A volte è possibile individuare alcuni trend climatici per la stagione successiva, diverse società infatti stanno cercando di utilizzare grandi moli di dati e metodi statistici per cercare di prevedere i trend futuri del clima, ma si tratta di una branca della scienza dai risultati ancora poco pratici e del tutto inaffidabili.
Consigliamo quindi di dubitare fortemente verso chi offre profetiche previsioni a distanze temporali superiori a 3-5 giorni specie con un clima sempre più “altalenante” come quello che abbiamo incontrato negli ultimi anni.

 

Articolo di: Stefano Albanese

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