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Le TELECONNESSIONI ATMOSFERICA: i grandi interpreti del NOSTRO CLIMA. Cosa sono? - Centro Meteorologico Siciliano
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Le TELECONNESSIONI ATMOSFERICA: i grandi interpreti del NOSTRO CLIMA. Cosa sono?

Le anomalie della Circolazione Generale dell’Atmosfera avvengono per mezzo di grandi fenomeni climatici che tendono a manifestarsi periodicamente; tali fenomeni vengono descritti e rappresentati per mezzo delle Teleconnessioni.
Due punti dell’Atmosfera si dicono teleconnessi se i parametri meteorologici a loro associati ( pressione, temperatura ecc.) sono tra loro correlati o anticorrelati nel tempo, cioè variano tra loro in fase o in opposizione di fase evidenziando una certa correlazione statistica. La dinamica delle teleconnessioni è ciclica e ad ogni fase si associano delle condizioni atmosferiche caratteristiche con effetti a scala regionale o addirittura globale. Le evoluzioni temporali delle teleconnessioni sono espresse attraverso un indice teleconnettivo.

La teleconnessione più esemplare, nonchè la prima ad essere scoperta, è quella nota come ENSO (El Niño Southern Oscillation) e fa riferimento alla temperatura superficiale del Pacifico equatoriale ma ha anche effetti a livello globale. Si tratta di un’alternanza ciclica che va a modificare la normale differenza di pressione tra le aree cicloniche del Sud-est asiatico e le alte pressioni che normalmente dominano il Pacifico sudorientale. Periodicamente, per cause ancora non chiare, si assiste ad una modifica della differenza di pressione tra le due aree con conseguenze dirette sull’intensità degli alisei il cui orientamento genera, in condizioni di normalità, dei fenomeni di upwelling (risalite di acque oceaniche più fredde dal fondo) a ridosso delle coste del Sudamerica.

Durante la fase nota come El Niño si assiste all’indebolimento degli alisei con una riduzione del fenomeno di upwelling ed il conseguente aumento della temperatura superficiale dell’oceano; ciò porta ad intense precipitazioni sull’America centromeridionale ed alla formazione di uragani su tutto il Pacifico meridionale ed a periodi siccitosi sull’Africa centro-occidentale.

El Niño e La Niña

El Niño e La Niña

Durante la fase nota come La Niña si assiste ad una intensificazione degli alisei e del fenomeno di upwelling con un conseguente raffreddamento della temperatura superficiale dell’oceano; ciò comporta forti precipitazioni sull’Indonesia e scarse precipitazioni sul Pacifico orientale.

Per quanto concerne al nostro emisfero sono due le teleconnessioni di nostro interesse: la NAO(North Atlantic Oscillation) e l’AO(Artic Oscillation). La NAO è data dall’interazione tra due grandi masse d’aria permanenti, la Depressione d’Islanda e l’Anticiclone delle Azzorre.
Un indice NAO positivo indica una forte differenza di pressione tra le due masse d’aria (la Depressione d’Islanda e l’Anticiclone delle Azzorre sono piuttosto vigorosi), ciò comporta un invigorimento della circolazione zonale con un’abbondanza di precipitazioni su Europa centrale e Stati Uniti sud-orientali ed una scarsa presenza di fenomeni sul Mediterraneo e sull’America nord-orientale.

Un indice NAO negativo indica una differenza di pressione meno marcata tra le due masse d’aria(la Depressione d’Islanda e l’Anticiclone delle Azzorre sono meno vigorosi), ciò comporta un indebolimento della circolazione zonale con un’abbondanza di precipitazioni sul Mediterraneo e sull’America nord-orientale ed una scarsa presenza di fenomeni su Europa Centrale e Stati Uniti sud-orientali.

Le fasi della NAO

Le fasi della NAO

L’AO è data dalla differenza di pressione tra le regioni artiche e le medie latitudini. Un indice AO positivo indica alte pressioni alle medie latitudini e basse pressioni al polo, ciò determina un vortice polare particolarmente attivo.
Un indice AO negativo, viceversa, indica basse pressioni alle medie latitudini e alte pressioni al polo, ciò determina un vortice polare più debole che può assumere una forma ellittica o addirittura scindersi in due parti(fenomeno noto come splitting) che emigrando verso sud generano vigorose ondate di freddo alle medie latitudini.

 

Articolo di: Francesco Gulisano

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